In una società in cui le macchine (a controllo numerico) sono diventate la mano dell’artigiano e il cad la matita del progettista, ogni certezza sembra essere svanita. Quello che resta è il pensiero creativo. Che, indipendentemente dal lavoro che si svolge e dagli strumenti che si scelgono, continua ad essere il cardine indiscusso di ogni progetto.

Si può parlare allora di artigiani digitali? Di creativi dai nuovi valori? O i valori (e i lavori) dell’artigianato devono assolutamente essere preservati in senso tradizionale?

Prodotti customizzati, indumenti realizzati sulla scansione delle persone, produzioni artigianali che usano metodi industriali e prodotti industriali realizzati artigianalmente mettono in discussione ogni giorno sia i metodi creativi tradizionali, sia quelli digitali.
E se da un lato assistiamo alla morte del taylorismo, dall’altra fraintendiamo e non incentiviamo il lavoro dei progettisti parametrici, soffermandoci più sul risultato finale che sul processo di produzione dell’artefatto.
Dall’altra parte si assiste ad un ripensamento dei prodotti, sia artigianali che industriali, in maniera totalmente slegata dal proprio contesto produttivo, dalle proprie tradizioni e dei propri valori.
Ma non tutto è perduto. Perché fuori dagli studi di progettazione, dalle università, dalle industrie e dagli atelier, si sta formando una comunità di creativi, pronti a rivoluzionare il sistema.

Progetto Industria Creativa
Associazione per la promozione del design, dei lavori creativi e dell’artigianato nell’era digitale.